FORNOVO - 6. VII. 1495
In occasione della manifestazione LUCCA COMICS&GAMES, all’interno del Padiglione Carducci, nell’area Historic Island pensata, gestita e coordinata dal mitico Valerio “CONAN” Laurenzi, nelle giornate del 30 e 31 ottobre 2011, l’associazione ludica SPADONI&CANNONI ha presentato uno scenario storico 3D, ricostruendo la famosa battaglia di Fornovo.
Sono state utilizzate 215 miniature in 15mm di varie case produttrici (Mirliton ed Essex, tra le altre), paesaggistica quali colline, boschi e fiume in parte autoprodotta ed in parte dell’Abbiati Wargames, strade della Aide de Camp, panno Cittadel.
Il regolamento utilizzato è stato ovviamente ARMATI 2nd Edition.
Sono state utilizzate 215 miniature in 15mm di varie case produttrici (Mirliton ed Essex, tra le altre), paesaggistica quali colline, boschi e fiume in parte autoprodotta ed in parte dell’Abbiati Wargames, strade della Aide de Camp, panno Cittadel.
Il regolamento utilizzato è stato ovviamente ARMATI 2nd Edition.
RINGRAZIAMENTI
Lo so che leggendo Voi direte :”… ma i ringraziamenti non si riportano alla fine?” Ebbene avete ragione, ma vorrei fare uno “strappo” alle regole dell’editoria ed iniziare a ringraziare:
- il signor Valerio CONAN Laurenzi e tutto il suo staff per la cordiale ospitalità;
- il signor Franco Verdoglia per un’infinità di documentazione messa cortesemente a disposizione, parte della quale potrete trovare al seguente link: http://www.nonsolostoria.altervista.org/giochi.htm
- il signor Maximilian Taverna per i cenni storici e per le curiosità sotto citate;
- il signor Claudio Roscilde … … per un’infinità di cose che non mi dilungo a riportare ma che LUI ben sa;
- la signora Giorgi, fotografa ufficiale degli Spadoni&Cannoni;
- i vari partecipanti alla pugna … Stefano, Paolo, Maurizio, Gianni e i vari amici/visitatori che nella due giorni si sono seduti al tavolo a tirare i dadi e a muovere le truppe dei due eserciti in campo;
- la famiglia Marini per averci ospitato fornendoci indispensabili salmerie e ricoveri per la notte.
Lo so che leggendo Voi direte :”… ma i ringraziamenti non si riportano alla fine?” Ebbene avete ragione, ma vorrei fare uno “strappo” alle regole dell’editoria ed iniziare a ringraziare:
- il signor Valerio CONAN Laurenzi e tutto il suo staff per la cordiale ospitalità;
- il signor Franco Verdoglia per un’infinità di documentazione messa cortesemente a disposizione, parte della quale potrete trovare al seguente link: http://www.nonsolostoria.altervista.org/giochi.htm
- il signor Maximilian Taverna per i cenni storici e per le curiosità sotto citate;
- il signor Claudio Roscilde … … per un’infinità di cose che non mi dilungo a riportare ma che LUI ben sa;
- la signora Giorgi, fotografa ufficiale degli Spadoni&Cannoni;
- i vari partecipanti alla pugna … Stefano, Paolo, Maurizio, Gianni e i vari amici/visitatori che nella due giorni si sono seduti al tavolo a tirare i dadi e a muovere le truppe dei due eserciti in campo;
- la famiglia Marini per averci ospitato fornendoci indispensabili salmerie e ricoveri per la notte.
CENNI STORICI E ALCUNE CURIOSITA’
La Battaglia di Fornovo ebbe luogo il 6 luglio 1495 durante le Guerre Italiane, si affrontarono l'esercito di Carlo VIII di Francia composto da 8500 uomini e quello della Lega Antifrancese con Milano, Venezia e Mantova: 12500 uomini in gran parte mercenari, italiani, dalmati, tedeschi e unità di leva comandati da Francesco Gonzaga.
Carlo VIII decise di conquistare il Regno di Napoli per il quale vantava diritti dalla defunta nonna paterna, Maria d'Angiò, così a fine agosto 1494 condusse un potente esercito alla conquista, ottenne il libero passaggio da Milano, ma venne osteggiato da Firenze, dal Regno di Napoli e dallo Stato Pontificio retto dal Papa Alessandro VI.
Lungo la via per il sud, Carlo, sconfisse ogni piccolo esercito che gli mandarono contro distruggendo le città che resistevano, la brutalità scioccò gli italiani
abituati a guerre relativamente poco sanguinose dei condottieri di allora.
Il 22 febbraio 1495 Carlo VIII, col generale Louis de la Trémoille, entrò a Napoli praticamente senza opposizione; la velocità e violenza della campagna
lasciarono attoniti gli italiani, specialmente i veneziani e milanesi, i quali capirono che se Carlo non fosse stato fermato, la penisola sarebbe presto
diventata un'altra provincia della Francia.
Il 31 marzo venne proclamata a Venezia la Lega Antifrancese: i firmatari erano la Serenissima Repubblica di Venezia, il Duca di Milano, il Papa, la Spagna, l’Inghilterra e l’Imperatore d’Asburgo Massimiliano I.
La lega ingaggiò un condottiero veterano, Francesco II di Gonzaga, Duca di Mantova per raccogliere un esercito ed espellere i francesi dalla penisola, dal 1º maggio questo esercito incominciò a minacciare i presidi che Carlo aveva lasciato lungo il suo tragitto per assicurarsi i collegamenti con la Francia.
L'esercito francese venne colpito da un misterioso morbo a Napoli, non è chiaro se la malattia provenisse dal nuovo mondo o fosse una versione più virulenta d’una già esistente, la prima epidemia conosciuta di sifilide scoppiò nella città ed il 20 maggio, Carlo colto il pericolo della minaccia bellica, col sofferente esercito partì da Napoli lasciando un presidio e proclamando che il suo unico desiderio era un sicuro ritorno in Francia.
L'esercito francese marciando verso nord diffuse la malattia in tutta Italia e quindi in tutta Europa; la malattia venne quindi conosciuta nel continente col nome di "Mal francese" e dai francesi col nome di “Mal italiano”.
Il 27 giugno veneziani ed alleati stabilirono il campo presso Fornovo sul Taro, 30 km sud ovest di Parma, composto per tre quarti da forze della Serenissima comandate da Francesco Gonzaga, a capo delle forze milanesi c'erano Galeazzo da Sanseverino e Francesco Bernardino Visconti, l'esercito era composto da 2500 cavalieri, 8000 fanti e tiratori, 2000 stradiotti (mercenari di cavalleria leggera greco-albanese).
Carlo VIII stava ritornando in Francia con un ricco bottino, dopo una sosta a Pontremoli, saccheggiata dai mercenari svizzeri, il 4 luglio i francesi raggiunsero Fornovo discendendo la valle del Taro, trovando il passaggio bloccato dall'esercito della lega accampato a nord del villaggio.
All'alba del 6 luglio Carlo decise di muoversi perché le provviste dei francesi stavano scarseggiando, divise l'esercito in tre gruppi; Gian Giacomo Trivulzio al comando dell'avanguardia che consisteva di 300 cavalieri, 200 fanti, 300 picchieri; il secondo gruppo al centro, comandato dal Re con 900 cavalieri, 4000 fanti e tiratori, 2000 picchieri svizzeri; la retroguardia comandata dal conte di Fois con 400 cavalieri e 100 fanti; l'artiglieria proteggeva la prima linea verso il fiume Taro.
Il Gonzaga divise le forze in 9 comandi, il piano di battaglia era di distrarre i primi due gruppi francesi ed attaccare in forze la coda, generare confusione e
sconfiggere infine con altre tre le linee di riserva il rimanente esercito francese, promise ai soldati che il ricco bottino trasportato dal nemico sarebbe stato loro in caso di vittoria.
L'attacco frontale della cavalleria italiana, sul fiume guadabile, fu intralciato dalle condizioni del terreno, come previsto dai francesi, ed il risultato fu incerto; nel momento più delicato della battaglia, gli stradiotti videro che la guardia francese al bottino era impegnata dalla cavalleria italiana e si gettarono alla ricerca di un facile guadagno lasciando le posizioni loro assegnate, l'artiglieria francese era fuori gioco a causa del terreno.
Quando la riserva italica entrò in battaglia i francesi si demoralizzarono per il numero dei nemici, ma i veneziani subirono tante diserzioni; molti mercenari cercarono solo il guadagno personale scappando appena raggiunto, i provveditori cercarono invano di convincere molti fuggitivi a tornare dicendo che la battaglia era quasi vinta.
Dopo più di un'ora di combattimento i francesi cercarono rifugio su una collina, i veneziani disposti ad inseguirli erano troppo pochi ed entrambi i contendenti si accamparono; i francesi persero più di un migliaio di uomini, mentre i veneziani più di duemila uomini, ma i nobili di entrambe le parti erano isolati o morti; Re Carlo perse tutto il suo bottino, valutato in più di 300.000 ducati, venne dichiarata una tregua di un giorno per seppellire i morti.
La sera seguente, il Doge Agostin Barbarigo ed il Senato ricevettero un rapporto nel quale veniva detto loro che l'esercito veneziano non aveva perso, ma che il risultato della battaglia era incerto perché c'erano state molte perdite e molti disertori, il giorno successivo un ulteriore rapporto descrisse l'estensione del saccheggio e la paura dei francesi che supplicavano ora la tregua ora la pace, fu concesso a Carlo di lasciare l'Italia indisturbato.
Si racconta che i francesi si comportarono in modo scorretto: il codice di guerra italiano imponeva che un cavaliere disarcionato non potesse essere ucciso e che la sua battaglia finiva lì, i francesi contrariamente agli italiani (che rispettavano il codice) uccisero i cavalieri disarcionati; questo è uno dei motivi dei tanti morti da parte italiana.
Francesco Gonzaga commissionò un dipinto al famoso pittore Andrea Mantegna per esaltare la sua vittoria.
Quando la riserva italica entrò in battaglia i francesi si demoralizzarono per il numero dei nemici, ma i veneziani subirono tante diserzioni; molti mercenari cercarono solo il guadagno personale scappando appena raggiunto, i provveditori cercarono invano di convincere molti fuggitivi a tornare dicendo che la battaglia era quasi vinta.
Dopo più di un'ora di combattimento i francesi cercarono rifugio su una collina, i veneziani disposti ad inseguirli erano troppo pochi ed entrambi i contendenti si accamparono; i francesi persero più di un migliaio di uomini, mentre i veneziani più di duemila uomini, ma i nobili di entrambe le parti erano isolati o morti; Re Carlo perse tutto il suo bottino, valutato in più di 300.000 ducati, venne dichiarata una tregua di un giorno per seppellire i morti.
La sera seguente, il Doge Agostin Barbarigo ed il Senato ricevettero un rapporto nel quale veniva detto loro che l'esercito veneziano non aveva perso, ma che il risultato della battaglia era incerto perché c'erano state molte perdite e molti disertori, il giorno successivo un ulteriore rapporto descrisse l'estensione del saccheggio e la paura dei francesi che supplicavano ora la tregua ora la pace, fu concesso a Carlo di lasciare l'Italia indisturbato.
Si racconta che i francesi si comportarono in modo scorretto: il codice di guerra italiano imponeva che un cavaliere disarcionato non potesse essere ucciso e che la sua battaglia finiva lì, i francesi contrariamente agli italiani (che rispettavano il codice) uccisero i cavalieri disarcionati; questo è uno dei motivi dei tanti morti da parte italiana.
Francesco Gonzaga commissionò un dipinto al famoso pittore Andrea Mantegna per esaltare la sua vittoria.
LA NOSTRA RICOSTRUZIONE
ARMY LIST
Schieramenti storici delle due opposte fazioni
Scala degli effettivi:
1.000 uomini per tutte le cavallerie KN, HC e LC;
2.000 per le fanterie pesanti (FT);
500 per le fanterie leggere (LHI);
250 per gli schermaglaitori (SI).
FRANCESI
comandante Carlo VIII di Valois re di Francia
H4; L3; BP4 - Init.5
AVANGUARDIA
1 HC Lance Francesi 5[2]0 +2 lance
1 SI Francesi 2[1]1 +2 balestre
2 FT Svizzeri 8[5]1 +1 picche
1 SI Svizzeri 2[1]1 +2 archibugi
1 ART Colubrine 2[0]0 +1
CORPO DI BATTAGLIA
1 KN Lance Francesi 6[2]0 +3 lance
1 KN Scozzesi 6[2]0 +3 lance
1 HC Gentiluomini 5[2]0 +2 varie
1 LC Cavalleggeri 1[0]0 +1 balestre
1 SI Francesi 2[1]1 +2 balestre
1 ART Cannoni 2[0]0 +1
RETROGUARDIA
1 KN Lance Francesi 6[2]0 +3 lance
1 FT Francesi 6[3]0 +1 picche
per un totale di 32 basette e 96 miniature
LEGA DI VENEZIA
comandante Giovanni Francesco III Gonzaga marchese di Mantova
H4; L3; BP4 - Init.5
CORPO DI BATTAGLIA
3 KN Uomini d’Arme 6[2]0 +3 varie
1 MA Uomini d’Arme 5[1]0 +2 varie
1 LH Stradioti 2[0]0 +1 giavellotti
1 LC Cavalleggeri 1[0]0 +1 balestre
4 FT Milizie 6[0]1 +1 lance
2 SI Balestrieri 2[1]1 +2 balestre
1 ART Colubrine 2[0]0 +1
RISERVA
2 MA Uomini d’Arme 5[1]0 +2 varie
per un totale di 37 basette e 119 miniature
REGOLE ADDIZIONALI
- CONDIZIONI DI VITTORIA:
La Lega di Venezia deve vincere entro il turno 10, altrimenti la vittoria va ai Francesi.
- GUADO DEL TARO:
Attraversare il fiume costa 3” da sottrarre al movimento della singola unità.
L’unità che raggiunge il guado tira 1D6; con un risultato di 5 e 6 attraversa il fiume senza penalità; altrimenti guada ma si disordina.
- RISERVE DELLA LEGA DI VENEZIA:
Le unità di riserva della Lega di Venezia (2 MA) sono schierate normalmente ma intervengono solo se a inizio turno il giocatore ottiene con 1D6 risultato inferiore al numero di turno (es. al turno 3 deve ottenere 1 o 2).
- ARTIGLIERIE:
Il terreno, ammorbidito dalle recenti pioggie, riduce i rimbalzi delle palle dei cannoni che quindi applicano un fattore -1 al tiro.
CRONACA delle GIORNATE
Diverse le partite giocate da vari contendenti/comandanti sia con la formula tradizionale del giocatore singolo sia con la più divertente formula del multiplayer, tutte con sviluppi altalenanti e spesso contrastanti con la storia scritta … …
Posso solo ricordare 2 partite su tutte:
- quella della domenica 30 ottobre che ha visto vincitore l’esercito della Lega Antifrancese e addirittura la morte del Re Carlo VIII;
- e l’altra del lunedì 31 ottobre con vittoria schiacciante dell’esercito francese che caricava, guadando il fiume Taro, la riserva italiana uccidendo il suo comandante il condottiero Gonzaga.
Ma dato che mi sono già fin troppo dilungato con le parole lascio il CAMPO alle immagini.
Schieramenti storici delle due opposte fazioni
Scala degli effettivi:
1.000 uomini per tutte le cavallerie KN, HC e LC;
2.000 per le fanterie pesanti (FT);
500 per le fanterie leggere (LHI);
250 per gli schermaglaitori (SI).
FRANCESI
comandante Carlo VIII di Valois re di Francia
H4; L3; BP4 - Init.5
AVANGUARDIA
1 HC Lance Francesi 5[2]0 +2 lance
1 SI Francesi 2[1]1 +2 balestre
2 FT Svizzeri 8[5]1 +1 picche
1 SI Svizzeri 2[1]1 +2 archibugi
1 ART Colubrine 2[0]0 +1
CORPO DI BATTAGLIA
1 KN Lance Francesi 6[2]0 +3 lance
1 KN Scozzesi 6[2]0 +3 lance
1 HC Gentiluomini 5[2]0 +2 varie
1 LC Cavalleggeri 1[0]0 +1 balestre
1 SI Francesi 2[1]1 +2 balestre
1 ART Cannoni 2[0]0 +1
RETROGUARDIA
1 KN Lance Francesi 6[2]0 +3 lance
1 FT Francesi 6[3]0 +1 picche
per un totale di 32 basette e 96 miniature
LEGA DI VENEZIA
comandante Giovanni Francesco III Gonzaga marchese di Mantova
H4; L3; BP4 - Init.5
CORPO DI BATTAGLIA
3 KN Uomini d’Arme 6[2]0 +3 varie
1 MA Uomini d’Arme 5[1]0 +2 varie
1 LH Stradioti 2[0]0 +1 giavellotti
1 LC Cavalleggeri 1[0]0 +1 balestre
4 FT Milizie 6[0]1 +1 lance
2 SI Balestrieri 2[1]1 +2 balestre
1 ART Colubrine 2[0]0 +1
RISERVA
2 MA Uomini d’Arme 5[1]0 +2 varie
per un totale di 37 basette e 119 miniature
REGOLE ADDIZIONALI
- CONDIZIONI DI VITTORIA:
La Lega di Venezia deve vincere entro il turno 10, altrimenti la vittoria va ai Francesi.
- GUADO DEL TARO:
Attraversare il fiume costa 3” da sottrarre al movimento della singola unità.
L’unità che raggiunge il guado tira 1D6; con un risultato di 5 e 6 attraversa il fiume senza penalità; altrimenti guada ma si disordina.
- RISERVE DELLA LEGA DI VENEZIA:
Le unità di riserva della Lega di Venezia (2 MA) sono schierate normalmente ma intervengono solo se a inizio turno il giocatore ottiene con 1D6 risultato inferiore al numero di turno (es. al turno 3 deve ottenere 1 o 2).
- ARTIGLIERIE:
Il terreno, ammorbidito dalle recenti pioggie, riduce i rimbalzi delle palle dei cannoni che quindi applicano un fattore -1 al tiro.
CRONACA delle GIORNATE
Diverse le partite giocate da vari contendenti/comandanti sia con la formula tradizionale del giocatore singolo sia con la più divertente formula del multiplayer, tutte con sviluppi altalenanti e spesso contrastanti con la storia scritta … …
Posso solo ricordare 2 partite su tutte:
- quella della domenica 30 ottobre che ha visto vincitore l’esercito della Lega Antifrancese e addirittura la morte del Re Carlo VIII;
- e l’altra del lunedì 31 ottobre con vittoria schiacciante dell’esercito francese che caricava, guadando il fiume Taro, la riserva italiana uccidendo il suo comandante il condottiero Gonzaga.
Ma dato che mi sono già fin troppo dilungato con le parole lascio il CAMPO alle immagini.